Tuesday, February 28, 2006

Anno 2006. L'omicidio d'onore!

Negli ultimi cinque anni, ben 1091 omicidi d'onore sono stati registrati in Turchia, secondo quanto afferma la Commissione Investigativa Parlamentare Turca creata a tal proposito.
Quanto prima, i risultati verranno resi noti al pubblico, assieme ai motivi della violenza sulle donne e ai modi per prevenire che tale crimine venga perpetrato.
I risultati per ora imputano la responsabilita' del crimine contro le donne ai mariti, ai padri e ai fratelli.
La maggioranza dei criminali sono per lo piu' giovani e a basso reddito.
Secondo "The UN Population Fund" piu' di 5000 donne ogni anno sono vittime di questa violenza.


Purtroppo, questa pratica medioevale e' abbastanza comune nel mondo islamico, e spesso basta il sospetto d'infedelta' per giustificare l'omicidio d'onore.
Ed e' purtroppo anche vero che solamente una piccolissima percentuale degli assassini viene punita, essendo, spessissimo, non perseguibile per legge.

Per il link all'articolo apparso oggi su TurkishPress clicca qui.

"Peggio di 9/11"

"Le caricature danesi di Maometto sono peggiori degli attentati del 9/11 negli USA e del 7/7 a Londra!"
Cosi' ha detto George Galloway, parlamentare britannico ex-laburista per Bethnal Green and Bow, amico di vecchia data di Saddam Hussein, al giornale magrebino El-Khabar.
"I mussulmani hanno il diritto di esprimere tutta la loro rabbia e di difendere la loro religione dagli attacchi del mondo occidentale...La Danimarca e' l'unico paese al mondo dove esiste il razzismo...e non vi e' neanche una moschea."
L'articolo, tradotto in inglese, lo trovi cliccando qui

"C'e' un Ebreo dietro di me. Vieni ad ucciderlo!"

Ecco in linea di massima cio' che ha detto un mussulmano "di peso" del mondo islamico che conta, lo sceicco Yousef Al-Qaradhawi, giusto un paio di giorni fa ad un televisione del Qatar. Questo e' cio' che i canali televisivi arabi "moderati" mettono in onda per milioni e milioni di mussulmani sparsi ai quattro angoli della terra.

I seguenti sono brani tratti da un programma televisivo con lo sceicco Yousef Al-Qaradhawi-Qaradhawi, mandato in onda da Qatar TV il 25 febbraio 2006. Lo sceicco Al-Qaradhawi-Qaradhawi è capo del Consiglio d'Europa per la Fatwa e la Ricerca, presidente dell'associazione internazionale degli eruditi mussulmani (IAMS) ed e' guida spirituale di molte altre organizzazioni islamiche nel mondo, compresa la Fratellanza Mussulmana. (clip da MEMRITV, clicca qui)
[... ]

"Noi li stiamo combattendo nel nome dell'Islam, perche' l'Islam ci ordina di combattere chiunque saccheggi la nostra terra ed occupa il nostro paese. Tutte le scuole islamiche, la Sunnita, la Shita, la Ibadhya, quelle vecchie e quelle nuove, sono d'accordo che ogni invasore che occupa anche un centimetro di terra mussulmana deve essere combattuto. I mussulmani di quel paese devono respingere l'invasore, ed il resto della comunita' mussulmana ha il dovere di soccorrerli. Se la popolazione di quel paese e' incapace di resistere o e' riluttante a farlo, noi abbiamo il dovere di combattere per la difesa della terra mussulmana, anche se la popolazione locale non ha intenzione di farlo.

Nessuno deve permettersi di appropriarsi di un pezzo di terra islamica. Per questo stiamo combattendo gli Ebrei. Li stiamo combattendo...la nostra religione ce lo ordina. Stiamo combattendo nel nome della religione, nel nome dell'Islam, per cui questa Jihad e' un dovere individuale a cui partecipa l'intera nazione islamica, e chiunque muore combattendo questa Jihad e' un martire.
Per questo io ho dato l'assenso alle operazioni di martirio, perche' il jihadista sacrifica la sua anima nel nome di Allah.

Noi non dissociamo l'Islam dalla guerra. Al contrario, separare l'Islam dalla guerra e' la ragione della nostra sconfitta. Noi stiamo combattendo nel nome dell'Islam. Tutto sara' dalla nostra parte e contro gli Ebrei (nel giorno del giudizio). In quel giorno, anche le pietre e gli alberi parleranno, con o senza parole, e diranno: "Oh servo di Dio, o mussulmano, c'e' un ebreo dietro di me, vieni ed uccidilo."

Termina, il dotto Sceicco, affermando che: "...'Oh Muslim.' When we enter [a war] under the banner of Islam, and under the banner of serving Allah, we will be victorious." (trad.: "Oh Mussulmano. Quando entriamo in guerra col vessillo dell'Islam, e col vessillo di servi di Allah, noi vinceremo..."

Come si fa pensare ancora che l'Islam e' una religione di pace? Con tutta la buona volonta' di questo mondo, l'unico sentimento che si prova leggendo o ascoltando una personalita' come Al-Qaradhawi esprimersi in questi termini, e' di paura, mista a nausea e repulsione.

Anche se conosco poco o nulla dell'Islam (scusate la mia ignoranza, ma ho l'onesta' d'ammetterlo: non ho mai letto il Corano!), vorrei ricordare allo Sceicco che non e' vero che basta essere mussulmani e combattere col vessillo di Allah per vincere, se e' vero che di bastonate l'Islam ne ha prese di brutte recentemente. Basti ricordarne qualcuna:
la guerra d'indipendenza d'Israele del 1948-49.
la guerra del Sinai del 1956.
la guerra dei Sei Giorni del 1967.
la guerra del 1967-70.
la guerra di Yom Kippur del 1973-74.
la guerra del Libano del 1982.
la guerra del Golfo del 1991.
la guerra in Irak del 2003.

Monday, February 27, 2006

Il Regno Unito o la Shariah. Prendere o lasciare!

"I mussulmani devono accettare che la liberta' d'espressione e' parte vitale della Britishness (modo di vivere anglosassone), e deve essere preservata anche se offende qualcuno".
Cosi' si e' espresso ieri il Chairman della Commissione per l'Uguaglianza Razziale, Sir Trevor Phillips. (link BBC qui)
"I mussulmani che desiderano instaurare un sistema di Shariah in Gran Bretagna dovrebbero lasciare il Paese...Cio' che certe minoranze etniche devono capire e' che noi siamo legati, vincolati, da regole democratiche, che noi risolviamo i problemi attraverso il voto e non con la violenza e l'intimidazione, che noi tolleriamo anche cio' che non ci aggrada"
A Jonathan Dimbleby che lo intervistava per ITV1, Sir Trevor Phillips ha aggiunto:
"Uno dei punti fondamentali della Britishness e' che la gente puo' dire cio' che vuole riguardo a come i Britannici dovrebbero vivere a casa loro, anche se puo' sembrare assurdo ed impopolare."
Per finire un tremendo "upper-cut" a chi vorrebbe promuovere la Shariah in alcune zone della Gran Bretagna a larga rappresentanza mussulmana.
"Noi abbiamo le nostre leggi, che vengono promulgate dal Parlamento Britannico. Fine della storia. Chiunque vive in questo Paese deve accettare i nostri metodi. Se le vuole in modo diverso gli consiglio di lasciare il Paese."

Saturday, February 25, 2006

La Hudna di Hamas

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, designato a diventare Primo Ministro palestinese, ha affermato sia al Washington Post che a Newsweek quanto segue: "Gli unici accordi che il governo palestinese onorera' con Israele sono quelli che garantiscono la creazione di uno stato palestinese con Gerusalemme capitale e i confini con Israele riportati al periodo pre-1967 (vedi qua).

Se Israele si ritirera' entro i suddetti confini allora e solo allora si potra'
parlare di un avvio del processo di pace che potra' avvenire solo "in stages" (a tappe). Solo cosi' il popolo palestinese potra' ottenere quella pace
che lo sceicco Ahmed Yassin chiamava la "hudna".


Alla domanda: "Riconoscerete Israele?" il futuro Premier palestinese risponde cosi':
"Se Israele dichiara che garantira' la creazione di uno stato palestinese e i diritti ai Palestinesi di vivere in Palestina, e riportera' i confini tra i due Paesi al periodo pre-1967 e liberera' tutti i prigionieri e riconoscera' il diritto a tutti i rifugiati politici di ritornare in patria, Hamas sara' allora pronta a discutere se e come riconoscere Israele."

Se il buongiorno si vede dal mattino, i problemi irrisolti tra Hamas ed Israele resteranno irrisolti ancora per molto tempo. Resta da porsi una domanda, alla quale, soprattutto Israele, deve poter rispondere al piu' presto possibile: i Palestinesi hanno adesso una forte leadership politica che sta intrecciando relazioni importanti con altri stati arabi medio-orientali (altro che "hudna").
Puo' Israele, in questo frangente, dire la stessa cosa?
Il link all'articolo
apparso oggi su Ynetnews

Ecco spiegato l'appeasement

Il Daily Telegraph rivela oggi che l'Unione Europea sta preparando un codice per la carta stampata allo scopo d'evitare problemi come quelli sorti per le vignette su Maometto. Il quotidiano britannico pubblica un'intervista con il Commissario europeo Franco Frattini, nella quale egli annuncia senza mezzi termini che la liberta' di stampa nel nostro continente verra' regolarizzata da un "codice d'autoregolamentazione" che inviti alla prudenza i media europei in materia religiosa ed anche con lo scopo d'inviare un messaggio di appeasement (volemose bene!) al mondo arabo-mussulmano e ai milioni di mussulmani che vivono in Europa.

Piu' in basso di cosi' non si puo' scendere! Ecco cos'e' l'UE! Un mercato dove si vendono, senza vergogna, i diritti dei cittadini europei. Di diritti ce ne sono rimasti ben pochi, grazie alle classi dirigenti degli staterelli membri dell'Unione, ma quello dell'autodifesa non ce lo togliera' ne' la destra ne' la sinistra.
Ecco quindi il link all'articolo

Friday, February 24, 2006

Time is up!

130 morti e 68 moschee date alle fiamme. Dalla padella alla brace. In un mondo arabo dove la vita di un essere umano vale quanto un pugno di sabbia. In un mondo arabo dove le madri mandano i figli a compiere missioni suicide col cellulare acceso cosi' da sentire esplodere bomba e figlio, c'e' ancora da meravigliarsi se Shiiti e Sunniti si distruggono a vicenda in nome non di Dio, in nome non del Profeta, ma nel nome di un lontano parente di Maometto? Perche', checche' se ne dica, la principale differenza fra le due fazioni consiste proprio in questo.
E credete forse che ci si sorprenda nell'apprendere che gli "uomini di pace" che gestiscono le masse mussulmane, lontano dal prendersi le responsabilita' per i morti trucidati e le moschee bruciate, incolpino ed accusino l'America ed Israele?
Senza mezzi termini, Ahmadinejead ha ieri accusato, davanti a milioni di Iraniani, gli USA e Israele!

Fonte Aljazeera: "Mahmoud Ahmadinejad, the Iranian president, says the US and Israel blew up the Shia shrine in Iraq"

Shaikh Youssef al-Qaradawi, a leader Sunni scholar, said: "We cannot imagine that the Iraqi Sunnis did this. No one benefits from such acts other than the US occupation and the lurking Zionist enemy."

Some Muslim leaders and the Lebanese Hizb Allah organisation blamed the United States.

Iraqi Shia leader, Muqtada al-Sadr, who cut short a visit to Lebanon to return to Iraq after the blast, said blame must be laid either with the Americans or the Iraqi government

Fonte Daily Star del Libano: "Tens of thousands of Lebanese Shiites shouted anti-U.S. slogans in a rally to protest the bombing of a sacred Shiite shrine in Iraq, and Iran warned the United States and Israel that they would face the wrath of Muslims following the attack."

In Beirut, leaders of the Shiite group Hizbullah led crowds that packed a soccer stadium for Thursday's rally in chants of "America, America is the enemy of Muslims" and "Muslims, unite, unite." Shiites beat their chests in a traditional gesture of mourning and chanted "America! America! you are the Great Satan." Organizers said tens of thousands took part in the rally, where shouts of "Israel, Israel is the enemy of Muslims" also rang out.

Grand Mufti Sheikh Mohammad Rashid Qabbani, spiritual leader of the Sunni community in Lebanon, laid the blame squarely on the United States.

Iran's highest clerical body, the Association of Qom Seminary Instructors, also blamed the Americans for the blast.

Potrei continuare ad nauseam a riportare le farneticazioni di questi fanatici, ma ve le voglio risparmiare.
Chiedetevi soltanto questo, per capire a quale livello e' arrivato il fanatismo di queste masse medioevali: 130 morti e 68 moschee bruciate in un solo giorno. Diamo la colpa agli USA o ad Israele?
Fino a quando non vi metterete in testa che per costoro la vita non vale niente e che la nostra vale molto di meno, non riuscirete mai a capire che non puo' esserci dialogo di nessun genere coi mussulmani.
"Time is up"!
La resa dei conti e' arrivata. Stop ai tentennamenti e alla diplomazia che non funziona. Non vogliamo piu' sentir parlare di politically correct ne' tantomeno di islamically correct! Non sara' ne' Porta a Porta ne' Diliberto a difendere i miei figli da questi pazzi facinorosi. In un mondo di diritto si usa il diritto, ma nella giungla si usa la legge della giungla!
Chi non accetta la sfida che ci hanno lanciato gli integralisti islamici puo' restarsene a casa sua, ma a due condizioni: non deve rompere i coglioni. Non deve rompere i coglioni!!!

Thursday, February 23, 2006

Hamas-Teheran. Do ut des!

Il povero governo palestinese guidato da Hamas (ripeto: guidato da Hamas!) piange fame. E quando i Palestinesi piangono fame lo sanno fare bene. La scena non e' nuova.
Di fronte al tentennamento cronico e comico della UE, questi mercanti si sono rivolti ai grossisti del terrore. Ai loro vicini di casa. Sezioniamo il "do ut des" in questione analizzando le offerte delle due parti, cioe' dell'Iran e di Hamas. Cominciamo dai primi, dall'Iran. Ecco cosa offre il pericolo numero uno del mondo ai Palestinesi di Hamas.

Dal sito DEBKAfile, generalmente molto bene addentrato in faccende medio-orientali, si legge:

This week’s Tehran visit by a Hamas delegation led by politburo chief Khaled Meshaal ushered in an era of close military collaboration between the Islamic republic and the Palestinian terrorists, according to DEBKAfile’s military sources.

Earlier this year DEBKA-Net-Weekly’s counter-terror sources uncovered Iran’s support in military training, logistical support, weapons and money for the terrorists fighting US forces in Iraq under Abu Musab al Zarqawi.

It was the subject of US ambassador Zalmay Khalilzad’s accusation at a news conference in Baghdad Monday, Feb. 20.

We reported earlier that Iranian agents in Iraq were:

1. Passing money and arms to Sunni guerillas in Iraq and choosing their Iraqi and US targets.

2. Running training camps for Zarqawi’s men.

3. Offering al Qaeda combat personnel three-week holidays at special rest and recuperation centers in Iran.

4. Providing hospital care in Iran for injured Iraqi Sunni insurgents and al Qaeda terrorists.


Ambassador Khalilzad said Monday Washington does not "want Iranian interference in Iraq, providing arms and training the militias and forces which are hostile to this new Iraq." While Iraq and Iran maintained good relations, he warned "Iran has another policy as well, which is to work with the militias and extremist groups and provide training and weapons, direct or indirect."

He criticized Tehran's demand for British forces to i withdraw immediately from the southern city of Basra.

Tehran’s hostility to Washington is unabashed. So too is its hostility to the Jewish state. Israel should therefore expect the worst. While Iranian officials talk big about making up the future Hamas government’s shortfall from an international aid cutoff, the money is not nearly on stream. According to DEBKAfile’s Iranian sources, Hamas leaders in Tehran played hard to get; they balked at putting themselves entirely in Iran’s power or letting the Palestinian Authority become an Iranian dependency or outpost. However, Meshaal and party welcomed any assistance on offer for building a Hamas-controlled military force, available also to support any Tehran action against Israel, whether direct attacks or terrorism modeled on the Iraqi guerrilla-terrorist insurgency.

The Hamas delegation and Iranian leaders came to an agreement for Hamas military missions to be invited to Tehran and given all the formal honors of official Palestinian Authority delegations. The Islamic republic will also make training camps available for Hamas terrorists as well as weapons and military aid.

Che cosa chiedera' in cambio l'Iran ad Hamas lo lasciamo immaginare agli islamically correct, ai buonisti, a quelli dalla lacrimuccia facile, a quelli che non sono mai stati in prima linea a lottare per la sopravvivenza del proprio Paese e della propria famiglia, a quelli che scappano di fronte al pericolo, a quelli che... "com'e' il vento metti la vela"!

Wednesday, February 22, 2006

Fomentare l'odio islamico. Ecco come si fa

Da qualche mese a questa parte sembra che il primary business dei politici europei sia quello di fomentare l'odio degli Arabi verso i loro stessi cittadini ed elettori. Prima le vignette danesi che sono state manipolate ad arte dagli imam islamici e che hanno causato disordini e morti in tanti paesi.
Ora, invece...c'e' un film! Pensate un po' che si tratta del piu' grande film mai prodotto dalla Turchia! Vi starete chiedendo con un pizzico d'emozione: e' forse una storia d'amore? Risposta: noooo..!!
Si tratta forse di una delle tante storie di emigrazione turca che so...in Germania?
Nooo...!!
Si tratta invece di un film che, secondo me (va be' che la liberta' di parola sta scomparendo, ma lasciateci almeno quella di pensiero), secondo me, dicevo, sa di anti-americanismo e anti-semitismo! S'intitola "La Valle dei Lupi".
Come se non bastassero le vignette di Maometto, adesso ci si mette anche un film che, tra l'altro, mostra scene di violenza e abusi dei soldati americani perpetrati ai danni di inermi Iracheni. In una delle scene piu' drammatiche, si vede un medico Ebreo che rimuove i reni di Iracheni morti per trapiantarli poi su pazienti in Israele e gli USA.
Futile, inutile documento visivo creato ad arte per deteriorare i rapporti tra mussulmani e cristiani, tra mussulmani ed ebrei. Chi sono i burattinai? Chi sta rendendo impossibile la coabitazione tra i popoli?
A voi l'articolo apparso oggi su Ynetnews:

Anti-Semitic Turkish hit movie slammed

Film shows American-Jewish doctor extracting kidneys from Iraqis for use in Israel and the U.S.; Filmmakers: Movie based on real events in Iraq
Eldad Beck



BERLIN - A new Turkish action film, Valley of the Wolves – Iraq, is being screened in Germany, and has caused a bitter public debate. Calls have been made to boycott the film due its anti-Semitic and anti-American themes, and senior German politicians have called for
the film to be banned due to concerns that it will cause Turkish and Muslim communities in Germany to become more extreme.

The film, which is also the most expensive production made in Turkish film history, has quickly turned into a blockbuster, and over a quarter of a million people in Turkey and Germany have watched it since its release a week ago, Israel's leading newspaper Yedioth Ahronoth reported.

Last weekend, the number of viewers shot up from 60,000 to 260,000.

The film's plot revolves around a "Turkish Rambo" in Iraq, who seeks to take revenge against the arrest of a group of Turks by the Americans in Iraq.

It contains scenes of abuse and violence, carried out by actors playing U.S. soldiers against Iraqi civilians.

In one scene, an American Jewish doctor is seen removing kidneys from the bodies of Iraqis for implants in Israel and the U.S.

Makers of the film claim that the plot is based on "real events" in Iraq.

The Committee of Jewish Communities in Germany announced that those who support the screening of the film are encouraging hatred of Jews. Bavaria President Edmund Stoiber said the film could harm efforts to absorb Muslim immigrants into Germany, since it spreads hatred and lack of faith in the West, and plays into the hands of extremists.

Meanwhile, the Absorption Minister in North Rhein-Westphalia said that the film showed a crusade by Jews and Christians and Muslims, thereby spreading hatred and causing tensions between the religions

Sources in the Turkish community in Germany rejected the condemnations of the film and claimed that it was merely "anti-war," and accused right-wing politicians of encouraging a negative atmosphere against the Turkish population in the country. The Valley of the Wolves – Iraq has also been screened in Austria, where it became the eleventh most watched movie.

Quale prezzo per la liberta'?

Continuiamo a non capire il silenzio dei potentati politici italiani ed europei di fronte ai soprusi a cui sono soggetti i Cristiani in varie parti del mondo. Il loro silenzio ipocrita e' sempre piu' assordante ed insostenibile. Hanno fatto di Calderoli, esponente della Lega Nord dimessosi (costretto a dimettersi) qualche giorno fa, un martire della liberta' di parola. Questo articolo e' apparso su The Counterterrorism Blog ed elenca gli ultimi attacchi dei fanatici islamici contro i Cristiani. Mr Solana & Co, Mr Berlusconi, Mr Blair, Mr Zapatero, siete voi in grado di difendere i vostri cittadini? Ditelo chiaro e tondo, perche' l'islamically correct non fara' mai parte del nostro vocabolario europeo, semplicemente perche' l'appeasement verso i mussulmani non funziona.
February 21, 2006
The Cartoon Riots: The Price of Freedom
As the violence that erupted over Danish cartoon depictions of Prophet Muhammad continues, an obvious fatigue is developing around this issue. Commentators have had their say, and many believe that little more thought is possible on the issue. Consequently, the public's interest is also waning.

Thus, I thought it beneficial to make clear the cost of the riots to date:

Deaths. At least 70 people have been killed and more than 280 injured in the worldwide protests. The numbers could be higher than this, as there is confusion about how many people were killed in some countries. The toll includes at least 49 people dead in Nigerian riots since this weekend -- but the number could be higher there. The Christian Association of Nigeria claims to have counted more bodies than the Red Cross did. Also, Reuters reports that 207 people injured in the riots are in critical condition, so the death toll could rise further. (It is worth noting that some Nigerian opposition politicians claim that the riots were not about the Danish cartoons, but rather were designed to protest a planned constitutional amendment to allow Nigerian president Olusegun Obasanjo to seek a third term in 2007.) In addition to the deaths in Nigeria, at least three people (including an eight-year-old boy) were killed in the chaos in Pakistan; at least ten people died in Libya after protesters tried to storm the Italian consulate; and police killed four people in Afghanistan when enraged Afghanis marched on a U.S. military base. There have also been significant instances of violence where, fortunately, nobody was killed. These include 300 Palestinians overpowering a police detail and attacking an international observer mission in Hebron; a confrontation between police and about 10,000 demonstrators marching on a Danish embassy in Bangladesh; and an incident where Kenyan police fired at hundreds of demonstrators, wounding at least one.
Targeting of Christians. Sadly, Christians living in the Islamic world have become targets of this continuing violence. The L.A. Times has linked the recent burning of a church in the city of Sukkur in southern Pakistan to the climate of unrest caused by the cartoon riots. The day before that, Muslims protesting in the city of Maiduguri in Nigeria attacked Christians and burned 15 churches. And shortly after the cartoons were published, a 60-year-old Roman Catholic priest was shot to death in Turkey in an incident that observers believe to be linked to the cartoons.
Death threats. The cartoonists have experienced death threats from many different quarters. A Pakistani Muslim cleric and his followers recently offered over $1 million to anyone who killed one of the Danish cartoonists who caricatured Muhammad. This is not the only bounty that has been placed on them.
Attacks on embassies and consulates. A large number of Western embassies and consulates have been attacked. In Iran, protestors threw a Molotov cocktail at the British embassy while protesting both the cartoon and also the West's opposition to Iran's nuclear program. The Danish embassy was burned in Beirut. Protesters set fire to the Italian consulate in Benghazi, Libya.
Property damage. A number of symbols of the West have been attacked by protesters. The attacks in Pakistan have garnered the most attention, mainly for the odd choice of targets. These have included a Pizza Hut, a Holiday Inn, some Western-owned gas stations, and -- most notably -- a statue of Ronald McDonald.
Increased support for al-Qaeda. In Afghanistan, hundreds of students demonstrated against the cartoons yesterday, and Reuters reports that they "shouted support for Osama bin Laden and threatened to join his al Qaeda if Islam were insulted again."
The price paid due to these cartoons has been substantial -- and it is a price we must remember as the media loses interest in this story. Undoubtedly, some in the West will question whether our freedoms are worth the cost. But the reason these cartoons provoked so much violence is because there was a major problem in Europe even prior to their publication. As I have previously written, the speech rights of those who have been dubbed critics of Islam have been under assault in Europe for more than a decade and a half. To now sacrifice our rights of free expression would not buy us security. We would achieve nothing but a dangerous complacency.
"
Scritto da Daveed Gartenstein-Ross per The Counterterrorism Blog

Tuesday, February 21, 2006

In memoria di un Sacerdote Martire: Don Andrea Santoro

Qual e' la maniera migliore di servire Dio che immolarsi nel suo nome e ricongiungersi al Suo infinito amore?
Ecco un articolo apparso su Europae Gentes qualche giorno fa.
"Ce jeudi soir, 9 février, 300 personnes ont répondu présent à l’appel d’Europae Gentes pour honorer la mort du père Andrea Santoro lâchement abattu dans son église de Trebisonde en Turquie par deux balles dans le dos au cri d’ «Allah Aqbar ». La foule, essentiellement composée de jeunes, était solennelle et recueillie, à 100 mètres de l’ambassade de Turquie dans le centre de Paris, pour écouter les discours de Frédéric Pichon, président de Europae Gentes et Richard Haddad vice-président de Chrétienté Solidarité.
Dans les discours nous avons eu l’occasion de rappeler que nous n’étions pas des talibans catholiques et que nous n’allions pas répondre à des drapeaux brûlés et des ambassades en flammes par les mêmes gestes de haine et de bêtise. En revanche Maître Pichon à rappelé que jamais nous ne nous ferions dicter ce que nous devions penser ou croire et que nous n’accepterions jamais la charia dans la société européenne. L’Arabie Saoudite et toutes les pétro-monarchies wahabites ont-elles vraiment des leçons à donner à l’Europe qui construit des mosquées alors que tout symbole et toute représentation chrétienne est interdite chez eux ? Europae Gentes a rappelé que le Père Andrea a payé de sa vie parce qu’il était en première ligne : catholique dans une zone à 99% musulman, dans un pays, la Turquie, qui depuis des siècles n’a de cesse de persécuter les chrétiens et dont le premier ministre Recyp Erdogan rappelait il y encore peu de temps : «Les minarets sont nos baïonnettes. Les coupoles, nos casques et les mosquées nos casernements. » Le discours s’est terminé sur un rappel impératif de l’engagement en soulignant que les vertus de tempérance et de prudence deviennent lâcheté si elles ne sont accompagnées par la vertu de force. L’Europe redeviendra respectée lorsque les Européens deviendront respectables, c’est à dire fiers de leurs racines, courageux et gardant la tête haute. N’ayons pas peur ! L’Europe en a vu d’autres, l’Europe sortira du tombeau !"
Visionner l'intervention de F. Pichon sur le blog de
Vox Galliae

Mgr Rino Fisichella e l'islamically correct.

Roma-20.2.2006
«Non è in gioco soltanto la sorte delle minoranze cristiane che vivono nel mondo musulmano, ma la libertà d'ognuno, i suoi modi di esercizio e la civiltà dei rapporti internazionali. Di fronte a questa posta in gioco non è accettabile l'attuale silenzio degli Stati e degli organismi internazionali: tocca a loro dare concretezza al principio di reciprocità. Che cosa stanno facendo la Lega Araba, l'Unione Europea, le Nazioni Unite?». Così si interroga il vescovo Rino Fisichella, ausiliare a Roma del cardinale Ruini e rettore dell'Università Lateranense.
Il quale continua cosi':
«Non si possono mettere sullo stesso piano una vignetta e l'uccisione di un prete! Guardando al modo delle violenze a cui stiamo assistendo e alla loro continuità nei giorni, chiaramente organizzata, non si possono non avere profonde perplessità. La provocazione fu irresponsabile, ma questa violenza non può essere intesa né come una sua conseguenza, né come una reazione proporzionata a essa».
A Luigi Accattoli che gli chiede: "Che fare, di fronte a questa emergenza?", Mgr Fisichella risponde: «Abbandonare la via del silenzio diplomatico, che non è più sostenibile. Esigere dai governi di tutto il mondo che escano dalla neutralità. Fare pressione sulle organizzazioni internazionali perché pongano le società e gli Stati dei Paesi a maggioranza musulmana davanti alle loro responsabilità».
L'Italia, per esempio, ha delle responsabilità? «Alla pari con gli altri Paesi europei. Chi ha responsabilità politiche, diplomatiche ed economiche in qualsiasi Paese dovrebbe abbandonare l'attuale miope neutralità e porre con forza l'esigenza che venga rispettato il principio di reciprocità: come noi tuteliamo le minoranze musulmane, così i Paesi a maggioranza musulmana hanno il dovere di tutelare le minoranze cristiane». (Corriere della Sera)