Mgr Rino Fisichella e l'islamically correct.
Roma-20.2.2006
«Non è in gioco soltanto la sorte delle minoranze cristiane che vivono nel mondo musulmano, ma la libertà d'ognuno, i suoi modi di esercizio e la civiltà dei rapporti internazionali. Di fronte a questa posta in gioco non è accettabile l'attuale silenzio degli Stati e degli organismi internazionali: tocca a loro dare concretezza al principio di reciprocità. Che cosa stanno facendo la Lega Araba, l'Unione Europea, le Nazioni Unite?». Così si interroga il vescovo Rino Fisichella, ausiliare a Roma del cardinale Ruini e rettore dell'Università Lateranense.
Il quale continua cosi':
«Non si possono mettere sullo stesso piano una vignetta e l'uccisione di un prete! Guardando al modo delle violenze a cui stiamo assistendo e alla loro continuità nei giorni, chiaramente organizzata, non si possono non avere profonde perplessità. La provocazione fu irresponsabile, ma questa violenza non può essere intesa né come una sua conseguenza, né come una reazione proporzionata a essa».
A Luigi Accattoli che gli chiede: "Che fare, di fronte a questa emergenza?", Mgr Fisichella risponde: «Abbandonare la via del silenzio diplomatico, che non è più sostenibile. Esigere dai governi di tutto il mondo che escano dalla neutralità. Fare pressione sulle organizzazioni internazionali perché pongano le società e gli Stati dei Paesi a maggioranza musulmana davanti alle loro responsabilità».
L'Italia, per esempio, ha delle responsabilità? «Alla pari con gli altri Paesi europei. Chi ha responsabilità politiche, diplomatiche ed economiche in qualsiasi Paese dovrebbe abbandonare l'attuale miope neutralità e porre con forza l'esigenza che venga rispettato il principio di reciprocità: come noi tuteliamo le minoranze musulmane, così i Paesi a maggioranza musulmana hanno il dovere di tutelare le minoranze cristiane». (Corriere della Sera)
«Non è in gioco soltanto la sorte delle minoranze cristiane che vivono nel mondo musulmano, ma la libertà d'ognuno, i suoi modi di esercizio e la civiltà dei rapporti internazionali. Di fronte a questa posta in gioco non è accettabile l'attuale silenzio degli Stati e degli organismi internazionali: tocca a loro dare concretezza al principio di reciprocità. Che cosa stanno facendo la Lega Araba, l'Unione Europea, le Nazioni Unite?». Così si interroga il vescovo Rino Fisichella, ausiliare a Roma del cardinale Ruini e rettore dell'Università Lateranense.
Il quale continua cosi':
«Non si possono mettere sullo stesso piano una vignetta e l'uccisione di un prete! Guardando al modo delle violenze a cui stiamo assistendo e alla loro continuità nei giorni, chiaramente organizzata, non si possono non avere profonde perplessità. La provocazione fu irresponsabile, ma questa violenza non può essere intesa né come una sua conseguenza, né come una reazione proporzionata a essa».
A Luigi Accattoli che gli chiede: "Che fare, di fronte a questa emergenza?", Mgr Fisichella risponde: «Abbandonare la via del silenzio diplomatico, che non è più sostenibile. Esigere dai governi di tutto il mondo che escano dalla neutralità. Fare pressione sulle organizzazioni internazionali perché pongano le società e gli Stati dei Paesi a maggioranza musulmana davanti alle loro responsabilità».
L'Italia, per esempio, ha delle responsabilità? «Alla pari con gli altri Paesi europei. Chi ha responsabilità politiche, diplomatiche ed economiche in qualsiasi Paese dovrebbe abbandonare l'attuale miope neutralità e porre con forza l'esigenza che venga rispettato il principio di reciprocità: come noi tuteliamo le minoranze musulmane, così i Paesi a maggioranza musulmana hanno il dovere di tutelare le minoranze cristiane». (Corriere della Sera)
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