Thursday, April 27, 2006

"Ecco chi sono i veri martiri di Nassirya". Lettura shock!

Ci hanno ammazzato dei ragazzi oggi a Nassirya.
Dei ragazzi giusto come noi, che parlavano la nostra lingua, che amavano l'Italia e la vita come l'amiamo noi, che desideravano fare del bene a quei poveri disgraziati di Iracheni, che volevano ritornare a casa loro, chi dai genitori chi dai propri figli in trepidante attesa.
Oggi ce li hanno ammazzati. Il Paese intero li piange, come ha pianto per i precedenti morti di Nassirya.

Scusate, ho commesso un errore! Ho scritto che il Paese intero li piange, ma ho sbagliato. Solo una parte del Paese li piange. Me ne sono accorto oggi leggendo un articolo scritto da un Italiano come quelli morti a Nassirya.
Io ancora non voglio credere a quello che leggo. Mi rivolgo a voi. Leggetelo voi e poi ditemi se mi sono sbagliato, se ho pensato "a male".

Che sia ben chiara la premessa: i soldati italiani sono stati mandati a Nassiriya per il petrolio, per l'Eni. I soldati italiani che a Nassiriya sono stati ammazzati, quelli che a Nassiriya hanno ammazzato. I civili ammazzati a Nassiriya dai soldati italiani.
Questo è il punto: i nostri soldati hanno ammazzato dei civili.


l'intervento militare italiano in Iraq dovrebbe costituire l'infamia peggiore per antonomasia.

L'anno scorso, di passaggio in una non particolarmente amena località del centro-nord, mi sono ritrovato davanti a un cartello: "Piazza dei martiri di Nassiriya". Per un attimo ho irresistibilmente pensato – sarà stata forse l'assonanza – che in un momento di follia il consiglio comunale avesse dedicato il posto (più che una piazza vera e propria si trattava del parcheggio della stazione) a qualche organizzazione paramilitare palestinese.
Generalmente non mi piace la parola "martire": suona sempre o troppo cristiana o troppo jihadista. Ma se non si può proprio fare a meno di usarla, allora so chi sono per me i veri martiri di Nassiriya.

link qui per leggerlo tutto.

Di quei giorni di dolore, mi piace ricordare Franco Frattini il quale, all'indomani della tragedia di Nassirya del Novembre 2003 ebbe a dire: "La nostra in Iraq è una presenza di pace fin dal primo giorno...Non dobbiamo più parlare di resistenza irachena perché questi sono terroristi che si battono contro la pace"

George Bush, dal canto suo, partecipo' il dolore del popolo americano affermando: "L'Italia ha perso alcuni dei suoi coraggiosi figli mentre erano in servizio per la libertà e la pace".

La risposta di Oliviero Diliberto invece fu durissima: "Il segretario dei Comunisti italiani ha definito la politica del Governo "preoccupante" e lo ha accusato di aver mandato i soldati italiani allo sbaraglio senza la necessaria copertura politico-diplomatica. "La politica estera di questo governo è quella delle cene nelle ville della Costa Smeralda, delle pacche sulle spalle e delle canzoni di Apicella. Tutto è sfuggito al controllo, in una politica estera fondata sulla guerra e sulla cancellazione del diritto internazionale".
"Signori del Governo - ha concluso Diliberto -voi dovreste soltanto vergognarvi"

Sono dell'opinione che ognuno abbia il diritto di pensarla come vuole. Sono fortunato, vivendo all'estero, di non aver mai incontrato personalmente un Italiano come l'autore di questo articolo. Ma oggi, sebbene indirettamente, l'ho conosciuto, e sono stato male. Mi auguro solo che in Italia persone come lui siano una rarita'.

9 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Volevo lasciare un saluto all'estensore del post che hai linkato, non è possibile purtroppo. Non mi piace che ce la suoniamo e cantiamo da soli. Provo di fronte a certe parole un'estraneità così totale che a volte dubito dei miei convincimenti; non credo che possa esistere una distanza così siderale tra due esseri umani. Sono sbigottito; qualcuno, non mi ricordo chi, ha scritto che ci sono verità ineffabili, troppo evidenti per essere spiegate; il redattore del post che hai citato è così lontano dalla verità delle cose da lasciare senza fiato.

10:36 PM  
Blogger Enzo said...

Bravo, amico mio! Consentimi di abbracciarti da Italiano vero! Le tue parole sono anche le mie. E' per questa abissale distanza che c'e' tra noi e loro che temo..il peggio. Odio ed esasperazione! Una miscela infernale.

10:39 PM  
Anonymous Anonymous said...

Saresti ancora più fortunato se tu avessi incontrato qualcuno capace di provare gli stessi sentimenti che tu e tanti altri (molti più di quelli che tu possa pensare)provate per i militari italiani, anche per gli altri morti, non i terroristi, ma i bambini, le donne, gli uomini, le famiglie bruciati dal fosforo bianco, i civili che sono la maggior parte delle vittime degli attentati che in questi anni di guerra hanno devastato l'iraq. Disgusta pure me il cinismo di un certo tipo di persone, ma mi disgusta altrettanto l'ipocrisia.

Un saluto

10:44 PM  
Blogger Enzo said...

Punti di vista...
Grazie a Dio li possiamo ancora esprimere.

10:46 PM  
Anonymous Anonymous said...

Non capisco l'opposizione che propone Lorenzo tra la pietà per i soldati morti e per i civili ammazzati in guerra. Ecco un'altra prova del distacco totale tra le persone; i civili israeliani valgono meno di quelli iraqeni?
Io non riesco a graduare la pietà, a soffrire di meno perchè è morto un militare, queste distinzioni che senso hanno? servono forse solo a muovere la politica?
Siamo criticabili perchè crediamo che i nostri soldati non abbiano il compito di ammazzare le persone in Iraq, perchè riteniamo non violata la nostra costituzione?

7:56 AM  
Blogger Enzo said...

L'odio della sinistra per tutto cio' che non e' di sinistra abbraccia sia cinismo che ipocrisia, cari miei.

8:15 AM  
Anonymous Anonymous said...

Cari Rivarol e caro Doc, non capisco dove abbiate letto odio nelle mie parole o anche tra le righe del mio intervento. Oppure dove abbiate letto che la morte di un israeliano o di un militare italiano valga meno di quella di un iracheno. Ho scritto esattamente il contrario. Se poi stavate rispondendo a qualcun'altro allora va bene

12:46 PM  
Anonymous Anonymous said...

Lorenzo rispondi alle domande che ti ho posto, suscitate dal tuo ricorso alla categoria dell'ipocrisia:
Dov'è l'ipocrisia nel piangere i soldati italiani e i civili che muoiono in guerra?
Perchè non si può soffrire per i soldati senza nevrosi comparative ( soffro di più o di meno rispetto alle morti dei civili).
Rispondi a questo "Io non riesco a graduare la pietà, a soffrire di meno perchè è morto un militare, queste distinzioni che senso hanno? servono forse solo a muovere la politica?
Siamo criticabili perchè crediamo che i nostri soldati non abbiano il compito di ammazzare le persone in Iraq, perchè riteniamo non violata la nostra costituzione?"

12:59 PM  
Anonymous Anonymous said...

Caro rivarol evidentemente non è alla tua di ipocrisia che mi riferivo se mi dici di soffrire allo stesso modo per ogni caduto in guerra. Ma c'è tutto un mondo che si sconvolge e si accorge di quanto sia crudele la guerra solo quando muore un soldato italiano. Io ho tutto il rispetto per loro e per le loro famiglie e non mi sognerei mai di scrivere interventi sprezzanti nei loro confronti. Però mi sembra ipocrita da parte di molti mezzi di informazione e di molte persone dimenticarsi delle sofferenze altrui. Un po' come quando dopo lo tsunami, dopo che intere popolazioni erano state spazzate via, la nostra attenzione era rivolta solo ai nostri connazionali in vacanza e propbabilmente non avremmo sentito mai parlare dello tsuname se non ci fossero stati italiani, come non sentiamo parlare di tante guerre e disastri naturali. Tutto ciò mi sembra qualcosa di diverso da un sano sentimento di identità nazionale. Tutto qui. Spero di aver chiarito il mio pensiero e di non aver offeso nessuno

10:04 AM  

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