Come si chiede la liberazione di un prigioniero
Questo post vuole essere un umile suggerimento per il Primo Ministro israeliano Ehud Olmert, uno degli ultimi gentlemen.
Per settimane, prima dell'arrivo in Israele del Presidente americano Bush, i suoi stessi colleghi di Kadima, membri dell'opposizione, organizzazioni umanitarie, semplici amici e conoscenti, lo hanno pregato di far presente a Bush che dopo 23 anni di detenzione era forse arrivato il momento di liberare Jonathan Pollard dalle carceri americane.
Per tutta risposta, il buon Ehud si e' sentito rispondere "sorry" dall'amico americano, provocando un'ondata di disappunto nell'opinione pubblica israeliana che non si plachera' tanto facilmente.
Ieri pomeriggio, George Bush e' arrivato in Kuwait per una visita di 24 ore, prima di viaggiare alla volta del Bahrain.
Appena due ore dopo il suo arrivo nel paese che suo padre, George Bush Sr., conosciuto nel paese del Golfo come "Bu Abdullah", aveva liberato dagli invasori iracheni nel 1990, l'Emiro Sheikh Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah gli ha direttamente chiesto la liberazione dei quattro detenuti kuwaitiani di Guantanamo.
"La continuata detenzione dei quattro kuwaitiani a Guantanamo e' un insulto al principio della giustizia americana e io spero che siano ritornati al piu' presto alla giustizia del nostro paese".
George Bush Jr ha preso la parola e rivoltosi all'Emiro ha promesso che al suo ritorno negli USA fara' di tutto per liberare i quattro.
Oggi, prima di partire a bordo di Air Force One per Manama, Bush ha avuto un meeting con delle attiviste kuwaitiane impegnate in una dura campagna per una maggiore partecipazione femminile nella vita politica del paese.
Il Presidente americano, come del resto aveva fatto Lady Bush lo scorso Novembre, ha avuto parole d'elogio per il loro indefesso impegno.
("We believe in the freedom agenda throughout the history of the Middle East, women have led the freedom agenda, and this is happening here in Kuwait.")
A conclusione del meeting, l'ex ministro kuwaitiano, Dr. Maasouma Al-Mubarak, ha preso la parola e rivoltasi al Presidente, con la mano bianca sul petto, gli ha detto: "Come donne e come madri, le chiediamo, come essere umano e come leader degli USA, di porre fine all'agonia delle madri dei detenuti di Guantanamo" ("As women and mothers, we ask you as a person and as the leader of the US to put an end to the agony of the mothers of Kuwaiti detainees in Guantanamo.")
Purtroppo, caro Ehud, abbiamo perso una buona occasione per riportare a casa Jonathan.
Forse ci metteremo ancora qualche anno prima di imparare ad usare la taqqya come la usano gli Arabi, ma nel frattempo, credimi, non ci resta altro che gridare a voce alta: "Vogliamo Jonathan Pollard libero"!
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